In Italia il mercato dell’informazione on line è più concentrato di quello tradizionale
I dati Audiweb e Audipress mostrano, un po’ a sorpresa, come il mercato dei quotidiani on line sia più oligopolistico del mercato dei quotidiani cartacei: in un panel che comprende le principali testate, elaborato da Il Giornalaio, le prime quattro totalizzano il 49% delle vendite in edicola e ben il 65% degli utenti unici sul web.
All’interno del panel le due corazzate, Repubblica e Corriere della Sera, hanno una quota di mercato in edicola del 15 e del 16%; percentuali che on line salgono rispettivamente al 25 e al 21% (mentre Stampa, Messaggero e Giornale perdono terreno sul web rispetto al cartaceo).
Sebbene sia azzardato paragonare realtà diverse come stampa e web, ciascuna delle quali presuppone un suo metodo di rilevazione, il trend è chiaro: la maggior parte delle testate vede calare le vendite e aumentare gli accessi unici. Che oramai, per i giornali più influenti, hanno superato le copie vendute.
Il discorso cambia se teniamo conto non delle copie vendute, ma delle stime Audipress sui lettori effettivi, secondo cui i giornali cartacei vengono letti in misura molto maggiore rispetto ai relativi siti web (evidentemente perché la stessa copia viene letta da almeno 8/10 persone). Ma le generose stime di Audipress non sono disinteressate, dato che del consorzio fanno parte editori e pubblicitari.
I dati al giorno medio dei principali siti di informazione dicono che nel 2011, rispetto all’anno precedente, le testate più prestigiose (Repubblica, Corriere, Gazzetta dello Sport, Stampa e Sole24ore) hanno guadagnato accessi, mentre sono in flessione i portali delle agenzie di stampa Ansa e Adnkronos e, stranamente, anche iniziative nate di recente come il Post e il network Blogo.
Se a ciò aggiungiamo l’esordio non eclatante de Linkiesta, altra testata senza trascorsi in edicola, risulta chiaro che i tradizionali gruppi editoriali, con differenze dovute a strategie più o meno riuscite, dominano saldamente lasciando le briciole alle realtà cresciute solo sul web.
Significativi anche i dati medi di permanenza sui siti, che oscillano dal 1’22” del network Blogosfere agli 8’46” di ClassEditori (gruppo in forte espansione nel settore dell’informazione finanziaria e del life style): le testate on line più importanti mantengono l’attenzione dei loro utenti per 4/6 minuti, in parecchi casi anche meno. Pochi per una lettura ragionata e approfondita.
Infine i siti di periodici molto seguiti (Tv Sorrisi e Canzoni, Oggi, Gioia…) raccolgono poche migliaia di accessi, a confermare che il web non costituisce un pericolo per i rotocalchi. Almeno per ora.
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